L’OTI nel trattamento delle lesioni acute del midollo spinale

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È appena stato pubblicato questo interessantissimo studio randomizzato controllato che investiga l’uso di OTI nel trattamento delle lesioni acute del midollo spinale: Effect of hyperbaric oxygen therapy on HMGB1/NF-κB expression and prognosis of acute spinal cord injury: A randomized clinical trial.

Questa gravissima patologia è sostenuta primariamente da un danno meccanico che determina perdita di integrità del midollo spinale, a cui si affianca un danno secondario ritardato determinato da diverse cause fisiopatologiche; alcune di queste sono: ischemia, l’edema, la reazione infiammatoria, alterazioni della microcircolazione e alterazioni loco-regionali delle percentuali di radicali liberi.

midollo spinale simsiQuesto studio ha arruolato 79 pazienti affetti da lesioni acute del midollo spinale divisi in due gruppi: gruppo di controllo che è stato sottoposto alle terapie standard e gruppo OTI che è stato sottoposto a 30 sedute OTI a 2.0 ATA.

I parametri monitorati sono stati: valori plasmatici al tempo (1,3,7,10 e 30) di high mobility group box 1 (HMGB1) e nuclear factor kappa-B (NF-κB) e monitoraggio elettromiografico (preoti e dopo terapia al tempo 10 e 30) dell’onda F e la F-cronodispersione. La clinica e gli outcome neurologici sono stati valutati con gli score American Spinal Injury Association (ASIA) and Frankel Grade.

La via high mobility group box 1 (HMGB1) e nuclear factor kappa-B (NF-κB) è coinvolta nella via classica dell’infiammazione e gli autori ritengono che elevati livelli di questi due parametri siano la via principale che sostiene il danno cellulare, la necrosi e il danneggiamento della barriera emato-encefalica. L’analisi delle onde F è la più utile e sensibile metodica elettrofisiologica per monitorare il danno neurologico a seguito delle lesioni acute del midollo spinale.

I risultati hanno evidenziato nel gruppo di pazienti che ha effettuato OTI una riduzione statisticamente significativa (p<0.05) dell’espressione di high mobility group box 1 (HMGB1) e nuclear factor kappa-B (NF-κB) e un miglioramento negli score di monitoraggio clinico statisticamente significativo (p<0.01). Si è osservata una correlazione positiva fra riduzione dei livelli plasmatici di NF-κB al giorno 7 e la dispersione dell’onda Fal tempo 30 (r = 0.76, p = 0.00). Questi effetti positivi promuovono il recupero neurologico.

Questo studio segue altre pubblicazioni scientifiche sull’argomento e conferma la possibile efficacia dell’OTI, affiancata alle terapie tradizionali, in questa patologia.

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