In questa sezione trovate le indicazioni dell’iter diagnostico per la cura delle ulcere con l’impiego dell’ossigenoterapia iperbarica

Le ulcere cutanee croniche sono trattate con grande impegno di risorse economiche e umane e, indipendentemente dalla causa principale (traumatica, vascolare, metabolica), è imprescindibile la necessità del lavoro in rete con il chirurgo generale e vascolare, l’ortopedico, il diabetologo, il dermatologo, l’infettivologo, il laboratorio di batteriologia.

Per tale ragione si impone un protocollo di studio dell’ulcera cutanea che preveda la valutazione delle condizioni metaboliche del paziente, della situazione di compenso cardio-vascolare, del flusso ematico periferico e dell’ipossia tissutale.
Il flusso ematico periferico è valutato dapprima con il Doppler C.W. e con la misurazione degli I.W. poi, in caso di sospetta patologia stenosante o ostruttiva, con Ecocolordoppler arterioso; quest’ultimo indirizza all’angiografia solo quando la valutazione chirurgico-vascolare offre spazio all’intervento di rivascolarizzazione. L’ipossia tissutale è valutata con la pTcO2.

Nel trattamento dell’ulcera cutanea con OTI diventa quindi importante fare riferimento ad una griglia decisionale in cui si intersecano i valori della pressione arteriosa rilevata alla caviglia dell’arto leso e della pTcO2 registrata in sede perilesionale, valutati nel corso dell’iter diagnostico. Valori alterati della pTcO2 eventualmente associati a scarso ma presente flusso ematico loco-regionale rendono ragione della cronicità dell’ulcera e del possibile ruolo dell’OTI.
L’ossigenoterapia iperbarica è inefficace quando il flusso ematico è insufficiente (33)

Condividi: